Ampliare o ricostruire con il Piano Casa
Il Piano Casa è un sistema di norme nazionali, regionali e locali che mirano a soddisfare le esigenze abitative dei cittadini e a rilanciare il settore edile.
Il Piano Casa opera su due fronti ben distinti: l’edilizia pubblica residenziale sovvenzionata (con programmi di stanziamenti statali e regionali per famiglie a basso reddito, anziani svantaggiati, studenti fuori sede, ecc.) e l’edilizia privata (incoraggiando demolizioni con ricostruzioni e anche ampliamenti volumetrici in deroga agli strumenti urbanistici vigenti).
In seguito al primo Decreto del 2008, il 31 marzo 2009 è intervenuto l’accordo fra Stato e Regioni, col quale le Regioni si sono impegnate ad approvare proprie normative in materia urbanistica volte a promuovere quanto indicato a livello statale. Oggi per Piano Casa intendiamo quindi non più una singola legge, ma un sistema di normative nazionali, regionali e locali.
Anche ultimamente, con il decreto legge n.47 del 28 marzo 2014, si è utilizzato il termine Piano Casa (o Piano Casa 2 o Piano Casa 2014). Si tratta in quest’ultimo caso di misure prese a livello nazionale inerenti la cedolare secca, il finanziamento al fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione e al fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, il piano di ristrutturazione con adeguamento sismico di alloggi popolari, l’aumento degli sconti IRPEF per chi vive in affitto in alloggi popolari, la possibilità del riscatto a termine degli alloggi sociali, ecc.
Si può dire che il decreto cerca di andare incontro alle esigenze abitative dei cittadini e persegue il rilancio del settore edile, quindi correttamente lo si colloca all’interno del sistema normativo del Piano Casa.
Tornando all’accordo fra Stato e Regioni del 2009, da quel momento ogni Regione si è attivata ad adeguare il Piano Casa secondo la propria realtà, ossia osservando le indicazioni nazionali, ma personalizzandole in base alle caratteristiche del proprio territorio, ovviamente per le materie di competenza regionale.
Da un lato ciò ha permesso di individuare azioni di riqualificazione mirate a risolvere problemi effettivi regionali, d’altra parte ne è scaturita una serie di normative varie e talvolta poco gestibili dal comune cittadino, anche perché spesso le norme regionali rimandano a regolamenti locali, moltiplicando quindi le difficoltà.
Piano Casa Regione Puglia
Per la Regione Puglia la prima norma di riferimento per il Piano Casa è la Legge regionale n.14 del 30 luglio 2009. Sugli edifici residenziali sono consentiti ampliamenti con aumento della cubatura fino al 20% e demolizioni e ricostruzioni con aumento della cubatura fino al 35%.
Le normative regionali sul Piano Casa hanno un carattere straordinario, ossia prevalgono sulle previsioni dei regolamenti comunali, degli strumenti urbanistici e delle leggi regionali in contrasto con esse. La straordinarietà dell’applicazione implica anche un effetto a tempo determinato. Le singole normative regionali sul Piano Casa sono state approvate inizialmente con scadenze temporali diverse tra Regione e Regione. Alcune di queste scadenze non sono state prorogate, mentre altre hanno subìto delle proroghe, anch’esse variabili da Regione a Regione.
In questa giungla di leggi e scadenze vorrei riassumere cosa è successo Regione per Regione, in modo da offrire a chi è interessato un punto di partenza per un approfondimento sulla propria area geografica. L’approfondimento diventa necessario perché quanto è accennato di seguito non sempre potrebbe essere applicabile in ogni circostanza, soprattutto quando si parla di edifici in centri storici, aree inedificabili, edifici abusivi, immobili vincolati, parchi, riserve e aree a rischio idrogeologico. L’elenco è in ordine alfabetico per Regione.
fonte: www.lavorincasa.it